sabato 24 maggio 2014

Dedicato a Testa Alessandra un'amica a fuso orario; - fiore tre o quasi quattro di "LINO"

Sola per quella madre donna.
Non è singolare scrivere: donna.
Che:




















ha letto o studiato ossi di seppia -
di Eugenio Montale, dedico questa mia che risponde allo spirito antitetico ma libero come questo fiore.
   
Scrivere per capire l’espressione di chi dilettante forma la dialettica che: non èh! E sa d’essere contraddittorio solo perché Montanaro lo anima lo spirito universale e di paese che già sta per distinguere il disparato diverso uomo di donna aggruppato a questo mio pensiero in paragone di vita al secco già morto a parola operante, per essere oggi verdeggiante verso di poesia sulla vita che non è più come adesso.
Che:
 scrive garanzie
e lamenti
tra buchi otturati  
parola destata.
 E da scrivere che di questo vogliamo la prossima volta che è ancora più brutta l’anima per la quale chiede di far esperimento su se stesso. Per dare agli altri ciò che ormai non serve più scrivere tanto; che non si riesce a trovare dov’è l’opposto d’Antonio.
Che:
 ripete all’infinito
questa parola distruttiva
di fuoco
che avvampa il pensiero già nato
di nuovo come foglia
di ramo
all’albero della vita
 che scende dal cielo e che viviamo già la ripetizione di una recitazione a mondo in “Solo Voce”.
E non chiedetemi perché si scrive per te e per me o per nessuno che vuole capire, tanto usciremo pazzi insiemi dopo che rifletteremo come specchio intelligente raddoppiando la soluzione che non’è modo di capire l’incongruente di questa evoluta anima.
E’ stata parola
creata dal corpo
e dall’anima tutti
acqua e sole di stella
profumata
in questa santa terra
contraria
al combaciante Dio.




































































































































 Lo stato d’animo d’Antonio Tomaiuolo rimane permissivo; dacché pensa e scrive – e, intanto la persona parte col suo animo a vivere con umiltà e sì presta prostrandosi in una cosa pazzesca. Vale a ricordare che ha permesso con la sua educazione “religiosa e culturale”! Laboriosità, su chi, aiuta nella motivazione, del delitto - tolleranza ed esperienza… nella migliore parola. Qual è la riduzione tranquilla dell’offeso che punta alla grande umiliazione che intravede il perdono per lo stato psicologico dell’offensore. L’epitaffi-sta dell’antonimo “Bafarde, Ma falde, Nessuno e per ultimo il Santino gli resta soltanto lo spreco d’occupare spazio tra le pagine di una verità che uccide e l’altra bugiarda che salva l’anima d’ognuno. Ha avuto l’illusione di poter svegliarsi un giorno come l’onirico passaggio che ha fatto del sogno molte cose buone e delle tante che non mi meraviglierebbero molto, - se puoi cancellare quelle cattive. Io non credo che dica in se stesso il punto: chi è Antonio! Risolva il debito con Dio. Avrei aiutato solo l’io dello stesso – ma resta, lui molto debole. Per niente come Giobbe; anima vissuta nella rettitudine - per portare questo peso. Per quel poco che tu sappia quanto mi dispiace sono una mente perversa. Possibilismo assassino, un criminale, un vigliacco e, credo che rimarrò per sempre nessuno il santino di turno. Una volta ha letto lui l’io di me stesso un capitolo sul libro sacro che nelle pagine di Corinti sì leggeva sulla redenzione, ma anche chi aveva assistito e visto il destato dai morti non credeva, perciò resto qui a scrivere di un’altra lettura che pure importante resta l’articolo di fede. A chi, ci crede. La materia non è assente; e intanto scrive e continua a salire o scendere uno scalino la volta che rappresenta questa scala dei valori. Bene! Io sono quello che è qui per rappresentare l’uomo figlio nipote zio padre nonno cugino amico della parola del credente. Credere senza lì come e senza lì perché. La religione non ha problemi ma non proprio come chi ci fa vivere da uomo, in questa lettura. Una lettura, per essere stata scritta a farci vivere due volte -continuando, ancora per l’infinità dei tempi, dell’anima spirituale, capisce che se riuscirà a dare ai figli esattamente quello che il Padre Celeste ha dato al Salvatore: metà del buono e, dello scritto, renderà vita al miscredente e al credente che, siano loro ricchi o poveri. Sta scrivendo l’anima come chi pensa di far un buon lavoro. Ci sono cinque gradini da fare per ottenere il perdono. Gesù figlio del Padre e madre stella ha insegnato e continua a farlo con la parola dell’eterno spirito a tutti i ragazzini che un giorno arriva per esseri maturi solo per difendersi dai grandi. Lui insegnava e impararono, i pochi uomini che lo seguivano perché la sua parola continuava ancora e, per tuttora a farlo bene il miracolo della vita! Vediamo l’esempio che ha dato al contadino “bracciante” bustrofedico padre buono e figlio ubbidiente e se ne vanno nella palindroma parola “ETNAGIGANTE” inventata per star bene nei campi a zappare intorno alla vigna - quasi a ruspar le radici; perché, soltanto così l’uomo potrà con la terra dare dei buoni frutti. Lui abitua l’io di noi stesso per i figli. Con questa lettura… sulla rettitudine cultura della semplicità, del sacrificio, del lavoro, dell’onestà, della terra e, dalle cose da toccare che, ci danno l’enfasi di continuare a vivere l’insegnamento che c’è stato dato di sapere, per vivere bene. Orché, facciamolo con bravura, anche se, a volte non lo sappiamo trasmettere. Fin qui l’anima resta convinta. Per la qual, se lo facciamo bene, com’io pensa di esibire - così allora credetemi perché questa persona ce la metta tutta e continua a scrivere i cinque gradini del pentimento e dell’umiltà da credere per vincere la morte che non ci separa dalle radici del nostro sognato creatore. Immaginate pure com’è giusto; ed è stato fatto per essere a sua immagine e somiglianza. Viceversa lui è uno di noi e resta l’unico dio personale d’ognuno che crede alla redenzione. Il primo gradino - riconoscere ciò che sé perduto. Il secondo gradino riguarda (il rimorso). Il terzo gradino è risarcire la persona offesa – tipo; se lì hai rubato un pollo, devi portarglielo un altro. Solo a questo punto puoi trovarti al quarto gradino per mettere apposto le cose con Dio. Così, è al quinto gradino che puoi davvero – devi per trovarti nello stesso posto e nella simile situazione! Non sono io che posso ridarle la vita; non è come un pollo rubato. In ogni caso questo me lo è assicurato dall’anima mia. Qual è nobile con Dio; e volendo aprir le braccia.  il senso del vuoto riempito c’è stato ) ed è per essere scritta l’anima del mio dito alzato e abbassato nella sua contraddizione e, per quanto sì possa ricordare l’incendio e la morte che salva <Nerone >. Una era la mano del proprio piede e, l’altra del corpo unico. Cosi e andato avanti pensando di continuare a vedere, come chi può ridargli la vita, quello non ero io. Non è stato come quel pollo rubato il giorno, anche se resta esaudito dalla vita unica la redenzione. Non è così, anche se lo volevo no! Allora mi fermai di nuovo a pensare all’ultimo gradino; poiché era arrivato il tempo di capire perché Dio non fa in modo che non ci troviamo mai due volte nello stesso posto guardando dove ci porta la parola del Salvatore. Notando, che, in “certi” posti, ci porta l’anima. Di quanto desideriamo, con lo spirito e, non col natural quale io sono qui; e scrivo dacché ha un corpo che, poco capisce e meno virtuosa la cosa da lui. Per lo stesso, di quando il suo tempo crede; e, c’era a questo motivo l’uomo. Qual, continua a pensare, senza essere sicuro, di far la scelta giusta; perché incapace di distinguere il colore del Santo e la tinta dell’uomo figlio di Dio - solo Gesù Cristo sa quanto sommano tutte queste parole buttate al vento. Per capire il nulla del niente ascritto; se, non chiude, subito che, lui l’io di me stesso, non sa che redimersi a questi pensieri deve tornare mai sul luogo del delitto. Soltanto ascoltando la coscienza le basta far coincidere i giorni, più difficili della propria vita e, di maggior angustia, d’alta paura e d’enorme dolore. Domandai allora al  tempo della mia anima, tu mi avevi assicurato che anche se io non credevo, lui sì! In me! E sarei stato alleggerito del peccato col suo giogo. Invece, mi trovo qui a scrivere del tempo che non c’è modo di sapere se è vero che la verità uccide e la bugia salva il vivente e non il morto che niente ha più forte - che questo carme <corpo >. Il qual, vive per non morire sulla terra. Sì un giorno i miei occhi non vedranno quello che gli altri simili illuminano pensando al cavallo che vola. Al pensiero d’Ippocrate e all’altro passato che rappresenta per tutta la vita dell’uomo in avanti Leonardo Da, Vince. Bene! Così, mi affermo a ricordarlo col tempo …di un buon Michelangelo il disegno del rinascimento; anche se io non mi redimerò mai! Continuerò a inventarmi le cose come chi accetterà lui nell’io di vivere con se stesso! Allora? Di qui perché non credi che Gesù sia risorto dai morti e non s’è mai visto addormentato? Il sogno continua se tu lo vuoi far lasciar vivere come il cavallo alato sulla luna per recuperare il cervello d’Orlando. Le scrive le cose lui ma non sa che fa parte del mio io che a momento penso a voi stessi che volete redimere; e questa resta scritta nella peggiore dell’ipotesi congetturale alla vita mia, qual non può essere la vostra che si addebita e tenta il necessario per recuperare quanto occupato. Da lui l’io di me stesso – nella sacrificata partenza che, il corpo umano occupa spazio prezioso. Non sapendo se, supera la sicura, redenzione. Pensiero, che, chiude come gli ultimi versi di una poesia già vera la lettura, offertami nell’occasione di quel momento magico e via. Il Signore rispose: figlio mio io ti amo e, ti dissi…che sarei stato dentro ogni cuore puro, anche se la porta non si vede perché non c’è modo d’esprimere l’apertura d’ogni sentimento salvabile dal Salvatore. Io resto con te durante tutta la scritturale e dopo qui questa lettura lascio l’essenza di Dio a chi rilegge l’amore di come fa il codice di fede. Nient’altro pretende il gene della vita; solo di vivere prima di morire e questo ci deve bastare per farci perdonare d’ogni peccato commesso - con e, senza il libero arbitrio. Le parole erano scritte affettuosamente a (Antonio Tomaiuolo) amico <fraterno > dell’ignoto autore che conoscevamo meglio di quella pietra biliare e, chiudeva l’offerta, ricevuta dalla famiglia di Dio. L’evento era registrato per te; nella serata, di Venerdì santo.



l
13/04/2001, nella casa, in una delle parti, di questo mondo, a Manfredonia e, in voci assolute è il simile para-pì para-poù. L’assoluto è evidente in questo caso che assicura la parola nella sua luce. Di qui parte questo messaggio angelico Il quale vuole salutare tutti. Rivoliamo tanto la parola del bene cancellando il momento dell’io medesimo. Sì cancelliamo la scala senza valore alcuno poiché i suoi gradini non ci portano lassù nel cielo dell’arcobaleno e velo dell’anima celeste, bensì ricorda di lui come l’amico vero dell’autore. Radichiamoci nei veri valori trascritti per tener unita la famiglia. Vale a dire la “personale”coniugazione dell’amico scrivente Ciao L’ignoto di Siponto oggi sé presentato nella sua antonimia per la quale ha sostenuto che la verità uccide l’uomo naturale; ma non condanna lo spirito - corpo dell’eterno tempo infinito. Fin qui chiude per essere arrivato al punto della parte bugiarda che salva la fine del Dio denaro e, di come ha vissuto l’uomo incolto sulla terra. Non importa s’è stato povero ed è rimasto ricco. Importa cosa è rimasta della sua ricchezza culturale in materia di pensare col sentito religioso a ricordo di chi crede senza lì come e senza lì perché l’anima si convertisse per se stesso il perdono che non c’è senza amare chi ha inventato l’amore. Qui l’intelligenza sì lascia al tempo della fioritura padrona della parola infinita e che riguarda il cielo, la terra monti e mare per ogni riscontro del risultato ascritto.




Nessun commento:

Posta un commento